harry potter e la fenice di giada
folder
Harry Potter › General
Rating:
Adult +
Chapters:
6
Views:
1,230
Reviews:
1
Recommended:
0
Currently Reading:
0
Category:
Harry Potter › General
Rating:
Adult +
Chapters:
6
Views:
1,230
Reviews:
1
Recommended:
0
Currently Reading:
0
Disclaimer:
I do not own Harry Potter, nor any of the characters from the books or movies. I do not make any money from the writing of this story.
chi sei?
CAP 1
CHI SEI?
Harry era seduto sul letto e guardava fuori dalla finestra.
La pioggia cadeva incessante da giorni ormai, ma lui non se ne era neanche accorto. E perché mai? Ormai tutto non aveva più senso. Solo trovare gli horcruxes ed uccidere Voldemort facendola finita con questo incubo. Perché è di questo che si trattava. Di un incubo senza fine. Un incubo cominciato la notte in cui quel pazzo psicopatico aveva deciso che lui, Harry James Potter, fosse una minaccia ed aveva cercato di ucciderlo. La notte in cui Harry, seppur ne fosse uscito da eroe, aveva perso i genitori e le speranze di una vita normale. Ed ora?
Beh, ora non ci resta che aspettare. Aspettare che passino esattamente 30 minuti e arrivi la mezzanotte del 30 luglio. Finalmente si lascia questo inferno dei Dursley verso la libertà. Ma non c’è gioia in questo pensiero perché la libertà è rappresentata da un luogo pieno di angoscia e di morte. la libertà significa responsabilità. Verso Silente. Verso i suoi amici. Verso tutte quelle dannate persone che aspettano di essere salvate.
E quindi Harry aspetta. Le valigie già pronte nell’angolo della piccola stanza, bacchetta in mano a guardare la pioggia sperando che questo peso sul cuore se ne vada via presto. Sperando che la pioggia possa cancellare il dolore della perdita. I timore della solitudine. La paura del fallimento.
Soprattutto ora. Ora che non c’era più il suo mentore. La sua guida. Il suo faro.
La sua missione era sembrata quasi possibile quando c’era Silente accanto a lui ad infondergli sicurezza, ma adesso…è una impresa impossibile. Un tentativo inutile. Come fare a sconfiggere il mago più potente di tutti i tempi quando sei solo un giovane ragazzo di 17 anni che non ha nemmeno finito la scuola?
Ormai era tardi. Aveva già preso le sue decisioni tanto tempo fa. Aveva lasciato Ginny. Non sarebbe tornato a scuola. Avrebbe cercato di uccidere Voldemort. E se non ci fosse riuscito sarebbe comunque morto provandoci. No. Harry non aveva più paura della morte. Aveva solo paura che l’incubo non sarebbe mai finito.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Finalmente Cho è arrivata. Privet Drive numero 4. La casa è buia. Tutte le finestre sono chiuse e le luci spente. Ma ad una finestra c’è una sagoma. È Harry. Lei lo ha riconosciuto subito. Il suo profilo inconfondibile con i capelli ribelli. La figura longilinea. Sembra la stesse guardando. Sembra che avesse osservato il suo arrivo. E infatti la riconosce. Un attimo dopo scompare dalla finestra per poi riapparire qualche attimo dopo alla porta.
- Che ci fai qui?
Cho bisbigliando anche lei risponde:
-Ciao Harry. Posso entrare?
- Sì sì certo, ma fa piano. Stanno già dormendo tutti.
Nel silenzio più assoluto Harry guida Cho verso la sua camera e la invita ad accomodarsi sul letto. L’unico posto su cui sedersi nella stanza. Cho si siede mentre lui le porge un asciugamano.
-Grazie. Farei una magia per asciugarmi, ma poi penserebbero che sei stato tu e non voglio metterti nei guai.
Harry le fa solo un cenno con la testa.
- Ecco. Tu ti stai chiedendo cosa ci faccio qui. Beh, vedi ci ho pensato a lungo…io voglio aiutarti. So degli Horcruxes e voglio aiutarti a trovarli e distruggerli.
- Come fai a sapere degli Horcruxes?
- Silente me ne ha parlato. Vedi è una lunga storia, ma comunque … fatto sta che ne sono a conoscenza e sono qui per aiutarti anche se tu preferisci lavorare con Granger e Weasley.
- È troppo pericoloso e neanche Hermione e Ron verranno con me.
- Vuoi fare tutto da solo? Ma chi ti credi di essere? Quello che scrivono sui giornali ti ha dato alla testa? Sentiamo un po’. Quale sarebbe il tuo piano? Tentare la fortuna e forse imbatterti per caso in un pezzo di anima di Voldemort?
- No…certo che no! Io….ecco…pensavo….beh….insomma….
- Fantastico Harry! Comunque io voglio aiutarti. Ho fatto tutta questa strada non per niente. E poi ti servirà qualcuno che ha finito Hogwarts con te. Ho passato giorni a riflettere se aiutarti o no. E non ho mai contemplato l’ipotesi che tu potessi rifiutare il mio aiuto. Quindi ora che sono qui non hai scelta. Ti sarò utile. Posso sembrare stupida, a volte mi comporto come tale, ma non lo sono.
- Non ho mai pensato che tu lo fossi.
- Grazie. Questo è rassicurante per il mio ego.
- Non mi ricordavo neanche che tu fossi così…loquace…
- Beh, l’amore fa fare e dire cose stupide e non ti fa ragionare, ma per fortuna mi è passata. Ormai sono immune al tuo fascino Mr Potter. Siamo cresciuti entrambi e quindi comportiamoci come adulti.
Harry apre la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiude. È senza parole. Questa ragazza qua, anzi mi correggo, questa giovane donna seduta sul suo letto lo stava prendendo in giro. Questa stessa donna della quale era stato perdutamente innamorato e che lo aveva trasformato in un ragazzino balbettante lo sta rifacendo. Lo sta lasciando senza parole ancora una volta. Ma qualcosa è cambiato. Non è più il fascino della ragazza più grande. La sua bellezza orientale. Anche se è ancora bellissima con i capelli bagnati dalla pioggia. La camicetta che aderisce alle curve del suo corpo e che con la pioggia è diventata trasparente…o merda!
Quello che si intravede è il reggiseno? Pizzo?
Il respiro di Harry si fa più corto.
Non guardare.non guardare.non guardare.non guardare.
Non è il mio momento di pensare a certe cose! La situazione è seria.
Non resisto!
-Harry stai bene? Sei tutto rosso. Non volevo agitarti. Che succede?
- Niente Cho.
Perché la voce è così roca? Harry si schiarisce la voce.
- Non mi vuoi dire perché sei qui?
- È una lunga storia come ti ho già detto. Te la racconterò in un’altra occasione. Voglio solo aiutarti.
- E perché?
- Perché da solo non combineresti niente di utile. Probabilmente non riusciresti a sopravvivere una settimana.
- Non è vero!
- Si forse non è vero, ma credi a me. È meglio farsi aiutare.
- E come faccio a sapere che tu non sei una mangiamorte che vuole uccidermi?
- Forse ti dovevi preoccupare di questo prima di invitarmi a salire, non trovi? Comunque fammi una domanda su una cosa che posso sapere solo io, dai.
- Dove ci siamo baciati?
- Cosa? Ci siamo baciati? No Harry calmati. Stavo scherzando.
- Eh?
- Come avrei mai potuto dimenticare QUEL bacio?! Sotto il vischio, nella stanza delle necessità. Giusto? Ad ogni modo. Buon Compleanno!
Harry si gira verso la sveglia sul suo comodino che indica
00:00
- Grazie.
All’improvviso si sente come una scarica di energia circondare la casa e poi dissolversi nel nulla.
- Che cosa era?
- Suppongo fosse la protezione che finisce.
- La protezione sulla casa? Allora che facciamo adesso? Rimaniamo qua o hai già in mente la prima tappa del tuo GENIALE piano?
Mi prende pure in giro! E da quando ci muoviamo insieme?
- Pensavo di spostarmi in un altro posto.
- Perfetto. Allora appariamo giusto? Guidami tu.
Harry ridusse i suoi bagagli con la bacchetta e li mise in tasca. Era bello poter fare magie fuori dalla scuola senza venire arrestati. Cho si avvicinò e gli mise una mano sul braccio. La sua presa era salda. Una piccola mano fredda contro il calore del braccio di lui. Harry sentì un brivido.
- Andiamo? Non posso stare qua a stringerti il braccio tutta la notte. Potrei fermarti la circolazione!
Ma dove è finita la Cho che ho conosciuto qualche anno fa? Chi è questa donna?
Harry si strinse nelle spalle e pensò con tutte le sue forze alla destinazione.
Forse dovevo dirle che non ho ancora la licenza per apparire? Pazienza. Speriamo di non finire a pezzettini.
La solita sensazione di sentirsi stringere e risucchiare travolse Harry e Privet Drive divenne solo un ricordo.
_____________________-----------------------------------------________________________________
- Siamo arrivati.
- Dove siamo?
- Grimmauld Place numero 12.
- Io non vedo nessun numero 12. Qui c’è l’11 e a fianco il 13. Se questo è uno scherzo Harry…
- Aspetta.
Qualche secondo dopo le due case iniziarono a spostarsi verso l’esterno facendo posto tra di loro ad un terzo fabbricato. E finalmente eccola lì. La porta con sopra scritto in carattere luccicanti il numero 12.
- Wow! Non avevo mai visto un incantesimo del genere! Il proprietario deve essere davvero fissato con la sicurezza.
- Sono io il proprietario. Dai vieni entriamo, ma fai piano. Cerchiamo di non svegliare nessuno.
Cho lo guardò con un’aria interrogativa e lo seguì all’interno della casa. Attraversarono il lungo corridoio alla flebile luce della bacchetta di lui. Quando raggiunsero la cucina lui si volto è chiuse la porta. Cho nel frattempo accese la luce.
- Che schifo! Ma quando è stato l’ultima volta che hanno fatto le pulizie qua dentro?
C’erano mucchi di rifiuti seminati un po’ ovunque. Piatti da lavare nel lavandino. Incrostazioni sul tavolo e sul pavimento. Avanzi di cibo ammuffito sui fornelli.
- Senti Harry posso dare una pulitina?
Cho non attese neanche la risposta e tirò fuori la bacchetta e iniziò ad ammucchiare la spazzatura in piccoli mucchi e a farli sparire. E con un “gratta e netta” il tavolo e il pavimento furono tirati a lucido. Harry la guardava sbalordito.
- Incredibile! Non ho mai visto qualcuno pulire così in fretta! Neanche la signora Weasley. Forse solo Silente.
- Infatti ho imparato da lui. Hai fame? Preparo qualcosa da mangiare. Ti porto una burrobirra mentre io preparo una zuppa e del pane. Ok?
Harry non ebbe nuovamente tempo di rispondere che si ritrovò seduto al tavolo con la bevanda in mano.
- Allora Harry, come mai hai questa casa?
- Non ho voglia di parlarne.
- Ah bene. Allora stiamo in silenzio.
- In che rapporti eri con Dumbledore?
- Non ho voglia di parlarne…a meno che tu non risponda alla mia domanda.
- Che cos’è? Un ricatto?
- No. Solo uno scambio equo. Tu fai una domanda a me e io ne faccio una a te.
Cho stava sorridendo e guardando Harry speranzosa. Harry invece era confuso. Chi era questa donna qui davanti a lui? Certo Cho è sempre stata bellissima e lo era ancora, ma ora è affascinante. Piena di vita ed allegra. Così sicura di sé. Così…
- -Ok, ma comincio io. Chi sei tu?
- Ma che domande! Sono Cho Chang! Corvonero, caposcuola, 9 M.A.G.O e 11 G.U.F.O. Ex fidanzata del qui presente Harry Potter e sua nuova partner di avventure.
- Hai capito di quello di cui sto parlando! Non eri così qualche anno fa!
- La gente cresce Harry e cambia.. il tempo passa e cancella le ferite del cuore ed i sensi di colpa. E si comincia ad accettare il proprio destino…allora Harry come mai hai questa casa?
- Me l’ha lasciata il mio padrino. Di cosa ti sentivi in colpa?
- Bella domanda Harry. Ecco io…mi sentivo in colpa per Cedric.
- Come mai?
- Questa è un’altra domanda Harry, ora tocca a me. Chi era il tuo padrino?
- Sirius Black.
- Quel Sirius Black?
- Eh, questa è un’altra domanda Cho…allora perché ti sentivi in colpa per Cedric?
- Perché ho spinto io Cedric a iscriversi al torneo tremaghi. Quando mi chiese di uscire con lui gli dissi che ero già interessata ad un’altra persona, ma lui non volle arrendersi. Mi disse che sarebbe diventato campione di Hogwarts e che lo avrebbe fatto per me. Non credo di essermi mai meritata la sua attenzione. Nonostante tutto ciò che lui ha fatto per me ho continuato a pensare all’altro.
Harry la stava guardando stupito. Cho gli aveva appena confessato che era sempre stata innamorata di lui con leggerezza. Si stava confidando e intanto stava esaminando le pentole. Fronte corrucciata dalla concentrazione mentre valutava quale fosse la più adatta.
Come è sexy!
Ogni tanto si morsicava il labbro inferiore ed Harry le fissava la bocca incantato.
Non guardare…non guardare.. .non guardare…
Ma Harry non riusciva a distogliere lo sguardo.
- Allora Harry raccontami la vicenda di Sirius Black e della sua miracolosa fuga.
- Beh, ecco…tutto comincia con Fierobecco…
Cho nel frattempo stava apparecchiando la tavola. Dopo aver servito Harry si sedette al tavolo e sorrise al racconto di Harry e del rocambolesco salvataggio di Sirius Black.
- Ed io che quel anno mi preoccupavo della dieta!
- Mmm….che buon profumino!
- Su assaggia la zuppa. Non so se mi è venuta molto bene perché volevo metterci anche degli asparagi, ma non c’erano.
- È ottima. Allora. Adesso tocca a me. In che rapporti eri con Silente?
- Questa è un’altra lunga storia. Magari la teniamo per un altro giorno. Ora è tardi. E credo che prima di dormire dobbiamo anche sistemare le stanze. Viste le condizioni della cucina non oso pensare in che situazioni possono trovarsi le camere!
Finito di mangiare si spostarono al piano superiore. Cho scelse una stanza con un bel letto che sembrava abbastanza pulito. Harry invece si sistemò due camere più in giù.
- Ah, Harry. Buon compleanno.
E gli diede un bacio sulla guancia.
Harry era rimasto a fissare la porta chiusa di Cho dopo che lei era entrata nella sua stanza. Il punto in cui le sue labbra avevano sfiorato la sua guancia gli bruciava ed il cuore gli batteva fortissimo.
Harry era solo un bacio innocente sulla guancia! Un augurio per il mio compleanno. Non significava niente. Mi è passata. Mi è passata. Non provo più niente per lei. Ora c’è Ginny. Ginny che mi aspetta quando avrò compiuto la mia missione.
Ma come mai non riusciva a togliersi l’immagine di Cho dalla mente?
Frustrato e confuso si diresse verso la sua stanza.
Cho aveva richiuso in fretta la porta della sua nuova stanza e si era appoggiata contro di essa. Espirò lentamente cercando di calmarsi. Continuava a ripensare a quello che aveva detto e fatto nelle ultime ore.
Perché mai mi sono comportata in questo modo? Sembravo troppo...o mio dio! Ho anche flirtato con lui. Cosa penserà di me? Certo non mi aspettavo che reagisse in questo modo. La serata è stata divertente. Forse ho fatto la cosa giusta a venire qui. Non ha proprio accettato il mio aiuto, ma non mi ha nemmeno cacciata. Si è vero che non mi ha accolta esattamente a braccia aperte ed è stato un po’ sospettoso. Però al suo posto lo sarei anche io. Non ci siamo parlati per un anno intero! E l’ultima volta che l’abbiamo fatto abbiamo litigato. Beh. È meglio che mi prepari per dormire. È tardi e domani è un lungo giorno. Domani arriva il difficile. Incontrare gli amici…
CHI SEI?
Harry era seduto sul letto e guardava fuori dalla finestra.
La pioggia cadeva incessante da giorni ormai, ma lui non se ne era neanche accorto. E perché mai? Ormai tutto non aveva più senso. Solo trovare gli horcruxes ed uccidere Voldemort facendola finita con questo incubo. Perché è di questo che si trattava. Di un incubo senza fine. Un incubo cominciato la notte in cui quel pazzo psicopatico aveva deciso che lui, Harry James Potter, fosse una minaccia ed aveva cercato di ucciderlo. La notte in cui Harry, seppur ne fosse uscito da eroe, aveva perso i genitori e le speranze di una vita normale. Ed ora?
Beh, ora non ci resta che aspettare. Aspettare che passino esattamente 30 minuti e arrivi la mezzanotte del 30 luglio. Finalmente si lascia questo inferno dei Dursley verso la libertà. Ma non c’è gioia in questo pensiero perché la libertà è rappresentata da un luogo pieno di angoscia e di morte. la libertà significa responsabilità. Verso Silente. Verso i suoi amici. Verso tutte quelle dannate persone che aspettano di essere salvate.
E quindi Harry aspetta. Le valigie già pronte nell’angolo della piccola stanza, bacchetta in mano a guardare la pioggia sperando che questo peso sul cuore se ne vada via presto. Sperando che la pioggia possa cancellare il dolore della perdita. I timore della solitudine. La paura del fallimento.
Soprattutto ora. Ora che non c’era più il suo mentore. La sua guida. Il suo faro.
La sua missione era sembrata quasi possibile quando c’era Silente accanto a lui ad infondergli sicurezza, ma adesso…è una impresa impossibile. Un tentativo inutile. Come fare a sconfiggere il mago più potente di tutti i tempi quando sei solo un giovane ragazzo di 17 anni che non ha nemmeno finito la scuola?
Ormai era tardi. Aveva già preso le sue decisioni tanto tempo fa. Aveva lasciato Ginny. Non sarebbe tornato a scuola. Avrebbe cercato di uccidere Voldemort. E se non ci fosse riuscito sarebbe comunque morto provandoci. No. Harry non aveva più paura della morte. Aveva solo paura che l’incubo non sarebbe mai finito.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Finalmente Cho è arrivata. Privet Drive numero 4. La casa è buia. Tutte le finestre sono chiuse e le luci spente. Ma ad una finestra c’è una sagoma. È Harry. Lei lo ha riconosciuto subito. Il suo profilo inconfondibile con i capelli ribelli. La figura longilinea. Sembra la stesse guardando. Sembra che avesse osservato il suo arrivo. E infatti la riconosce. Un attimo dopo scompare dalla finestra per poi riapparire qualche attimo dopo alla porta.
- Che ci fai qui?
Cho bisbigliando anche lei risponde:
-Ciao Harry. Posso entrare?
- Sì sì certo, ma fa piano. Stanno già dormendo tutti.
Nel silenzio più assoluto Harry guida Cho verso la sua camera e la invita ad accomodarsi sul letto. L’unico posto su cui sedersi nella stanza. Cho si siede mentre lui le porge un asciugamano.
-Grazie. Farei una magia per asciugarmi, ma poi penserebbero che sei stato tu e non voglio metterti nei guai.
Harry le fa solo un cenno con la testa.
- Ecco. Tu ti stai chiedendo cosa ci faccio qui. Beh, vedi ci ho pensato a lungo…io voglio aiutarti. So degli Horcruxes e voglio aiutarti a trovarli e distruggerli.
- Come fai a sapere degli Horcruxes?
- Silente me ne ha parlato. Vedi è una lunga storia, ma comunque … fatto sta che ne sono a conoscenza e sono qui per aiutarti anche se tu preferisci lavorare con Granger e Weasley.
- È troppo pericoloso e neanche Hermione e Ron verranno con me.
- Vuoi fare tutto da solo? Ma chi ti credi di essere? Quello che scrivono sui giornali ti ha dato alla testa? Sentiamo un po’. Quale sarebbe il tuo piano? Tentare la fortuna e forse imbatterti per caso in un pezzo di anima di Voldemort?
- No…certo che no! Io….ecco…pensavo….beh….insomma….
- Fantastico Harry! Comunque io voglio aiutarti. Ho fatto tutta questa strada non per niente. E poi ti servirà qualcuno che ha finito Hogwarts con te. Ho passato giorni a riflettere se aiutarti o no. E non ho mai contemplato l’ipotesi che tu potessi rifiutare il mio aiuto. Quindi ora che sono qui non hai scelta. Ti sarò utile. Posso sembrare stupida, a volte mi comporto come tale, ma non lo sono.
- Non ho mai pensato che tu lo fossi.
- Grazie. Questo è rassicurante per il mio ego.
- Non mi ricordavo neanche che tu fossi così…loquace…
- Beh, l’amore fa fare e dire cose stupide e non ti fa ragionare, ma per fortuna mi è passata. Ormai sono immune al tuo fascino Mr Potter. Siamo cresciuti entrambi e quindi comportiamoci come adulti.
Harry apre la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiude. È senza parole. Questa ragazza qua, anzi mi correggo, questa giovane donna seduta sul suo letto lo stava prendendo in giro. Questa stessa donna della quale era stato perdutamente innamorato e che lo aveva trasformato in un ragazzino balbettante lo sta rifacendo. Lo sta lasciando senza parole ancora una volta. Ma qualcosa è cambiato. Non è più il fascino della ragazza più grande. La sua bellezza orientale. Anche se è ancora bellissima con i capelli bagnati dalla pioggia. La camicetta che aderisce alle curve del suo corpo e che con la pioggia è diventata trasparente…o merda!
Quello che si intravede è il reggiseno? Pizzo?
Il respiro di Harry si fa più corto.
Non guardare.non guardare.non guardare.non guardare.
Non è il mio momento di pensare a certe cose! La situazione è seria.
Non resisto!
-Harry stai bene? Sei tutto rosso. Non volevo agitarti. Che succede?
- Niente Cho.
Perché la voce è così roca? Harry si schiarisce la voce.
- Non mi vuoi dire perché sei qui?
- È una lunga storia come ti ho già detto. Te la racconterò in un’altra occasione. Voglio solo aiutarti.
- E perché?
- Perché da solo non combineresti niente di utile. Probabilmente non riusciresti a sopravvivere una settimana.
- Non è vero!
- Si forse non è vero, ma credi a me. È meglio farsi aiutare.
- E come faccio a sapere che tu non sei una mangiamorte che vuole uccidermi?
- Forse ti dovevi preoccupare di questo prima di invitarmi a salire, non trovi? Comunque fammi una domanda su una cosa che posso sapere solo io, dai.
- Dove ci siamo baciati?
- Cosa? Ci siamo baciati? No Harry calmati. Stavo scherzando.
- Eh?
- Come avrei mai potuto dimenticare QUEL bacio?! Sotto il vischio, nella stanza delle necessità. Giusto? Ad ogni modo. Buon Compleanno!
Harry si gira verso la sveglia sul suo comodino che indica
00:00
- Grazie.
All’improvviso si sente come una scarica di energia circondare la casa e poi dissolversi nel nulla.
- Che cosa era?
- Suppongo fosse la protezione che finisce.
- La protezione sulla casa? Allora che facciamo adesso? Rimaniamo qua o hai già in mente la prima tappa del tuo GENIALE piano?
Mi prende pure in giro! E da quando ci muoviamo insieme?
- Pensavo di spostarmi in un altro posto.
- Perfetto. Allora appariamo giusto? Guidami tu.
Harry ridusse i suoi bagagli con la bacchetta e li mise in tasca. Era bello poter fare magie fuori dalla scuola senza venire arrestati. Cho si avvicinò e gli mise una mano sul braccio. La sua presa era salda. Una piccola mano fredda contro il calore del braccio di lui. Harry sentì un brivido.
- Andiamo? Non posso stare qua a stringerti il braccio tutta la notte. Potrei fermarti la circolazione!
Ma dove è finita la Cho che ho conosciuto qualche anno fa? Chi è questa donna?
Harry si strinse nelle spalle e pensò con tutte le sue forze alla destinazione.
Forse dovevo dirle che non ho ancora la licenza per apparire? Pazienza. Speriamo di non finire a pezzettini.
La solita sensazione di sentirsi stringere e risucchiare travolse Harry e Privet Drive divenne solo un ricordo.
_____________________-----------------------------------------________________________________
- Siamo arrivati.
- Dove siamo?
- Grimmauld Place numero 12.
- Io non vedo nessun numero 12. Qui c’è l’11 e a fianco il 13. Se questo è uno scherzo Harry…
- Aspetta.
Qualche secondo dopo le due case iniziarono a spostarsi verso l’esterno facendo posto tra di loro ad un terzo fabbricato. E finalmente eccola lì. La porta con sopra scritto in carattere luccicanti il numero 12.
- Wow! Non avevo mai visto un incantesimo del genere! Il proprietario deve essere davvero fissato con la sicurezza.
- Sono io il proprietario. Dai vieni entriamo, ma fai piano. Cerchiamo di non svegliare nessuno.
Cho lo guardò con un’aria interrogativa e lo seguì all’interno della casa. Attraversarono il lungo corridoio alla flebile luce della bacchetta di lui. Quando raggiunsero la cucina lui si volto è chiuse la porta. Cho nel frattempo accese la luce.
- Che schifo! Ma quando è stato l’ultima volta che hanno fatto le pulizie qua dentro?
C’erano mucchi di rifiuti seminati un po’ ovunque. Piatti da lavare nel lavandino. Incrostazioni sul tavolo e sul pavimento. Avanzi di cibo ammuffito sui fornelli.
- Senti Harry posso dare una pulitina?
Cho non attese neanche la risposta e tirò fuori la bacchetta e iniziò ad ammucchiare la spazzatura in piccoli mucchi e a farli sparire. E con un “gratta e netta” il tavolo e il pavimento furono tirati a lucido. Harry la guardava sbalordito.
- Incredibile! Non ho mai visto qualcuno pulire così in fretta! Neanche la signora Weasley. Forse solo Silente.
- Infatti ho imparato da lui. Hai fame? Preparo qualcosa da mangiare. Ti porto una burrobirra mentre io preparo una zuppa e del pane. Ok?
Harry non ebbe nuovamente tempo di rispondere che si ritrovò seduto al tavolo con la bevanda in mano.
- Allora Harry, come mai hai questa casa?
- Non ho voglia di parlarne.
- Ah bene. Allora stiamo in silenzio.
- In che rapporti eri con Dumbledore?
- Non ho voglia di parlarne…a meno che tu non risponda alla mia domanda.
- Che cos’è? Un ricatto?
- No. Solo uno scambio equo. Tu fai una domanda a me e io ne faccio una a te.
Cho stava sorridendo e guardando Harry speranzosa. Harry invece era confuso. Chi era questa donna qui davanti a lui? Certo Cho è sempre stata bellissima e lo era ancora, ma ora è affascinante. Piena di vita ed allegra. Così sicura di sé. Così…
- -Ok, ma comincio io. Chi sei tu?
- Ma che domande! Sono Cho Chang! Corvonero, caposcuola, 9 M.A.G.O e 11 G.U.F.O. Ex fidanzata del qui presente Harry Potter e sua nuova partner di avventure.
- Hai capito di quello di cui sto parlando! Non eri così qualche anno fa!
- La gente cresce Harry e cambia.. il tempo passa e cancella le ferite del cuore ed i sensi di colpa. E si comincia ad accettare il proprio destino…allora Harry come mai hai questa casa?
- Me l’ha lasciata il mio padrino. Di cosa ti sentivi in colpa?
- Bella domanda Harry. Ecco io…mi sentivo in colpa per Cedric.
- Come mai?
- Questa è un’altra domanda Harry, ora tocca a me. Chi era il tuo padrino?
- Sirius Black.
- Quel Sirius Black?
- Eh, questa è un’altra domanda Cho…allora perché ti sentivi in colpa per Cedric?
- Perché ho spinto io Cedric a iscriversi al torneo tremaghi. Quando mi chiese di uscire con lui gli dissi che ero già interessata ad un’altra persona, ma lui non volle arrendersi. Mi disse che sarebbe diventato campione di Hogwarts e che lo avrebbe fatto per me. Non credo di essermi mai meritata la sua attenzione. Nonostante tutto ciò che lui ha fatto per me ho continuato a pensare all’altro.
Harry la stava guardando stupito. Cho gli aveva appena confessato che era sempre stata innamorata di lui con leggerezza. Si stava confidando e intanto stava esaminando le pentole. Fronte corrucciata dalla concentrazione mentre valutava quale fosse la più adatta.
Come è sexy!
Ogni tanto si morsicava il labbro inferiore ed Harry le fissava la bocca incantato.
Non guardare…non guardare.. .non guardare…
Ma Harry non riusciva a distogliere lo sguardo.
- Allora Harry raccontami la vicenda di Sirius Black e della sua miracolosa fuga.
- Beh, ecco…tutto comincia con Fierobecco…
Cho nel frattempo stava apparecchiando la tavola. Dopo aver servito Harry si sedette al tavolo e sorrise al racconto di Harry e del rocambolesco salvataggio di Sirius Black.
- Ed io che quel anno mi preoccupavo della dieta!
- Mmm….che buon profumino!
- Su assaggia la zuppa. Non so se mi è venuta molto bene perché volevo metterci anche degli asparagi, ma non c’erano.
- È ottima. Allora. Adesso tocca a me. In che rapporti eri con Silente?
- Questa è un’altra lunga storia. Magari la teniamo per un altro giorno. Ora è tardi. E credo che prima di dormire dobbiamo anche sistemare le stanze. Viste le condizioni della cucina non oso pensare in che situazioni possono trovarsi le camere!
Finito di mangiare si spostarono al piano superiore. Cho scelse una stanza con un bel letto che sembrava abbastanza pulito. Harry invece si sistemò due camere più in giù.
- Ah, Harry. Buon compleanno.
E gli diede un bacio sulla guancia.
Harry era rimasto a fissare la porta chiusa di Cho dopo che lei era entrata nella sua stanza. Il punto in cui le sue labbra avevano sfiorato la sua guancia gli bruciava ed il cuore gli batteva fortissimo.
Harry era solo un bacio innocente sulla guancia! Un augurio per il mio compleanno. Non significava niente. Mi è passata. Mi è passata. Non provo più niente per lei. Ora c’è Ginny. Ginny che mi aspetta quando avrò compiuto la mia missione.
Ma come mai non riusciva a togliersi l’immagine di Cho dalla mente?
Frustrato e confuso si diresse verso la sua stanza.
Cho aveva richiuso in fretta la porta della sua nuova stanza e si era appoggiata contro di essa. Espirò lentamente cercando di calmarsi. Continuava a ripensare a quello che aveva detto e fatto nelle ultime ore.
Perché mai mi sono comportata in questo modo? Sembravo troppo...o mio dio! Ho anche flirtato con lui. Cosa penserà di me? Certo non mi aspettavo che reagisse in questo modo. La serata è stata divertente. Forse ho fatto la cosa giusta a venire qui. Non ha proprio accettato il mio aiuto, ma non mi ha nemmeno cacciata. Si è vero che non mi ha accolta esattamente a braccia aperte ed è stato un po’ sospettoso. Però al suo posto lo sarei anche io. Non ci siamo parlati per un anno intero! E l’ultima volta che l’abbiamo fatto abbiamo litigato. Beh. È meglio che mi prepari per dormire. È tardi e domani è un lungo giorno. Domani arriva il difficile. Incontrare gli amici…